Congresso ASCO - Tumore del polmone non-a-piccole cellule in stadio avanzato: efficacia della combinazione Nivolumab e chemioterapia in prima linea nei pazienti con espressione di PD-L1 inferiore all'1%
Sono stati presentati i risultati parziali dello studio di fase III CheckMate -227, che ha valutato la combinazione di Nivolumab ( Opdivo ) e Ipilimumab ( Yervoy ) a basso dosaggio e di Nivolumab con la chemioterapia versus sola chemioterapia in prima linea nei pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ) in stadio avanzato con espressione di PD-L1 inferiore a 1%, a istotipo squamoso e non-squamoso ( Part 1b ).
I dati hanno mostrato che la combinazione Nivolumab e chemioterapia ( 177 pazienti ) ha esteso la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ), rispetto alla sola chemioterapia ( n=186 ) nei pazienti con espressione di PD-L1 inferiore a 1% ( HR=0.74; IC 95%: 0.58 - 0.94 ).
La sopravvivenza libera da progressione è un endpoint secondario nella Part 1b dello studio con Nivolumab e chemioterapia, e i risultati sono basati su una analisi descrittiva.
In una analisi esplorativa nei pazienti con elevato carico mutazionale del tumore ( TMB ) maggiore o uguale a 10 mutazioni/megabase ( mut/Mb ) ed espressione di PD-L1 inferiore a 1%, i tassi di sopravvivenza senza progressione a 1 anno erano pari al 45% con Nivolumab e Ipilimumab a basso dosaggio ( n=38 ), al 27% con Nivolumab e chemioterapia ( n=43 ) e all’8% con la sola chemioterapia ( n=48 ).
Nei pazienti con basso TMB ( inferiore a 10 mut/Mb ) e PD-L1 inferiore a 1%, il tasso di sopravvivenza libera da progressione a 1 anno è stato pari al 18% sia con Nivolumab e bassa dose di Ipilimumab ( n=52 ) che con Nivolumab e chemioterapia ( n=54 ), e al 16% con la sola chemioterapia ( n=59 ).
I dati dello studio CheckMate -227 rafforzano l’opinione che lo stato di TMB fornisca informazioni clinicamente importanti per le combinazioni contenenti Nivolumab, e che la combinazione di Nivolumab e Ipilimumab a basso dosaggio ha offerto una efficacia duratura nei pazienti con alto valore di TMB.
Gli eventi avversi di grado 3-4, correlati al trattamento, sono stati osservati nel 25% dei pazienti che hanno ricevuto Nivolumab e Ipilimumab a basso dosaggio, nel 52% di quelli trattati con Nivolumab e chemioterapia, e nel 35% di quelli trattati solo con la chemioterapia.
I più comuni eventi avversi correlati al trattamento di grado 3-4 con la combinazione di Nivolumab e bassa dose di Ipilimumab sono stati epatici ( 8% ), gastrointestinali ( 3% ), endocrini ( 3% ), cutanei ( 3% ), diarrea ( 2% ), anemia ( 2% ), fatigue ( 1% ), astenia ( 1% ) e nausea ( 1% ).
I più comuni eventi avversi correlati al trattamento di grado 3-4 con Nivolumab e chemioterapia sono stati anemia ( 17% ), neutropenia ( 12% ), ridotto numero di neutrofili ( 10% ), fatigue ( 5% ), epatici ( 3% ), diminuzione dell’appetito ( 2% ), nausea ( 2% ), gastrointestinali ( 2% ), diarrea ( 1% ), cute ( 1% ) ed endocrini ( 0.6% ).
CheckMate -227 è uno studio di fase III, in aperto, che valuta regimi contenenti Nivolumab versus la doppietta chemioterapica a base di Platino nel trattamento di prima linea dei pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule avanzato, ad istotipo squamoso e non-squamoso.
Il programma comprende tre parti:
• Part 1a che valuta la combinazione di Nivolumab più Ipilimumab a basso dosaggio o la monoterapia con Nivolumab vs la chemioterapia in pazienti i cui tumori esprimono PD-L1;
• Part 1b che esamina la combinazione di Nivolumab più Ipilimumab a basso dosaggio o la combinazione di Nivolumab con la chemioterapia vs la sola chemioterapia in pazienti con tumori che non esprimono PD-L1;
• Part 2 studia la combinazione di Nivolumab con la chemioterapia vs la sola chemioterapia in un’ampia popolazione, indipendentemente dallo stato di PD-L1 o TMB.
Il carico mutazionale del tumore ( Tumor Mutational Burden, TMB ) è un biomarcatore quantitativo che misura il numero totale di mutazioni presenti nelle cellule tumorali.
Le cellule tumorali con elevato TMB hanno alti livelli di neo-antigeni che possono aiutare il sistema immunitario a riconoscere i tumori, provocando un aumento delle cellule T che contrastano il cancro e, di conseguenza, della risposta antitumorale.
Il TMB è un biomarcatore che può aiutare a prevedere la probabilità che un paziente risponda positivamente all’immunoterapia. ( Xagena Medicina )
Fonte: ASCO ( American Society of Clinical Oncology ) Meeting, 2018
Xagena_Salute_2018
Per approfondimenti sul Tumore al polmone: OncoPneumologia.it https://www.oncopneumologia.it/